Nata nell’inverno del 2020 con lo scopo di fornire un servizio culturale ai cittadini adulti della città e del territorio, l’Università popolare di Sora appronta ambienti di apprendimento innovativi, con un’offerta formativa fatta di Corsi, Seminari, Laboratori che andranno a soddisfare un bisogno di conoscenza dei cittadini in gran parte inespresso.
Un tempo l’educazione degli adulti si chiamava Educazione permanente, oggi si preferisce l’espressione longlife Learning, per significare formazione della persona lungo tutto l’arco della vita.
L’Università popolare di sera si è costituita come Associazione di Promozione Sociale con un progetto culturale che si traduce in avventure di idee: non mera restituzione di ciò che sappiamo già, ma costruzione di realtà, avanzamento collettivo sulla strada di nuove certezze , di forme di fruizione che non siano mai disgiunte da apprendimenti che ci aiutino a restare umani, dopo aver ritrovato insieme la dimensione dell’umano.
La destinazione sociale di tutte le Università popolari è data dai cittadini al di sopra dei 18 anni.
L’offerta formativa è costituita da Corsi, Seminari, Laboratori, Gruppi. La modalità di lavoro di sciascun docente contempla quasi sempre il ricorso al Laboratorio, cioè all’esercizio di esperienza.
L’innovazione andrà ricercata nell’interesse rivolto alle conoscenze che si acquisiranno sul campo, che non risulteranno separate dalle abilità sociali, dalle competenze di cittadinanza e dalle competenze specifiche prefisse.
Abilità sociali e cittadinanza attiva hanno valore strategico, perché si riferiscono allo sviluppo di qualità culturali della persona che ne accrescono l’empowerment, cioè la capacità di fare da sé, e la padronanza di conoscenze da riutilizzare nella vita di relazione.
L’educazione come esercizio di esperienza è espressione che racchiude una verità del nostro tempo: l’attività formativa del cittadino adulto è basata su un’idea dell’apprendimento che non si limita allo sviluppo di abilità e competenze disciplinari, ma al ricorso costante all’esperienza del mondo – delle cose e delle persone – che il singolo fa.
Fare esperienza è possibile a condizione che ci si appropri della propria esperienza, e questo significa dare un nome a tutte le vicissitudini della coscienza, ai moti spontanei, agli stati del corpo e agli stati d’animo, alle passioni, alle sensazioni, alle emozioni, ai sentimenti: a tutta l’esperienza vissuta, che deve farsi esperienza del proprio cammino, del viaggio, delle trasformazioni che la conoscenza produce in noi.
Crescita culturale, crescita spirituale, sviluppo delle competenze di cittadinanza sono espressioni che rimandano a un’idea della cultura come passione del presente, partecipazione attiva alla vita pubblica e a tutte le esperienze che la vita culturale offre.
Il sapere non è solo accumulo di conoscenze, ma sviluppo delle capacità espressive personali, comunicare etico, trasparenza della coscienza, impegno a preservare la bellezza del mondo e delle persone.
Di fronte alle insidie del nostro tempo, che tende a distruggere l’esperienza, a vantaggio del consumo illimitato e della religione del nuovo, fare esercizio di esperienza significa mirare alla consapevolezza delle scelte che facciamo, perché esse siano libere.